Il conto profitti e perdite o conto economico è uno degli strumenti principali della contabilità aziendale, utilizzato per valutare la performance economica di un’impresa in un determinato periodo. Con questo documento si evidenzia la differenza tra ricavi generati e costi sostenuti. Nell’articolo ti spieghiamo la sua struttura e perché è importante.

Cos’è il conto profitti e perdite?

Il conto profitti e perdite riepiloga i ricavi e i costi di un’azienda in un determinato periodo, solitamente un anno. Serve a determinare se l’azienda ha ottenuto un utile o ha subito una perdita. È uno strumento fondamentale per valutare il rendimento dell’azienda e per prendere decisioni finanziarie e strategiche.

È parte integrante del bilancio di esercizio, insieme allo stato patrimoniale, al rendiconto finanziario e alla nota integrativa. Tutte le imprese e gli enti che sono obbligati a redigere un bilancio o una dichiarazione dei redditi devono presentarlo ogni anno. Di seguito ti spieghiamo come è strutturato, mentre ti diamo maggiori informazioni nel nostro articolo “Conto economico: come si fa?”.

Come è strutturato il conto profitti e perdite?

Il conto profitti e perdite è regolato principalmente nel Codice civile, precisamente agli articoli 2423 e 2425, in cui si evidenzia il carattere obbligatorio di questo documento, nonché chi lo debba redigere (gli amministratori o le amministratrici) e quali siano le voci che debbano farne parte.

È suddiviso in quattro aree principali:

  1. Valore della produzione, dove si mettono in luce tutte le componenti di reddito derivanti dalla produzione.
  2. Costi della produzione, dove si elencano i costi della produzione dell’azienda (materie prime, servizi, ammortamenti e svalutazioni di risorse, stipendi dei dipendenti).
  3. Proventi e oneri finanziari, in cui sono incluse le entrate che derivano da partecipazioni in altre società, crediti, titoli, perdite o guadagni risultati dal cambio (nel caso l’impresa operi in diverse valute).
  4. Rettifiche di valore di attività finanziarie, che riguardano rivalutazioni e svalutazioni di titoli, immobilizzazioni e partecipazioni in altre società.

Ognuna di queste macroclassi presenta diverse voci.

Profitti e perdite: calcolare l’utile o la perdita

Trascorso il periodo di riferimento (solitamente un anno), vanno sottratti i costi totali dai ricavi totali. Se il risultato è positivo, l’azienda ha generato un utile, quindi i ricavi hanno superato i costi, altrimenti ha subito una perdita, ovvero i costi hanno superato i ricavi. Si parla di:

  • Utile netto: rappresenta il guadagno effettivo dell’azienda, dopo aver sottratto tutte le spese, inclusi gli oneri finanziari e le tasse.
  • Perdita netta: si verifica quando i costi superano i ricavi, indicando una situazione in cui l’azienda non ha coperto le spese con le proprie entrate.

Perché il conto profitti e perdite è importante?

Grazie al conto profitti e perdite si nota quanto un’azienda è produttiva e risulta quindi redditizia. Analizzando il conto economico si riesce a capire esattamente quanto guadagna un’azienda e i responsabili possono pianificare le strategie future, ad esempio ridurre le spese in una determinata area o puntare su altri settori che hanno dimostrato dei buoni risultati.

Inoltre, si possono identificare facilmente costi eccessivi e inefficienze, senza considerare che tramite un conto profitti e perdite si ha la possibilità di attrarre nuovi investitori ottenendo così maggiori finanziamenti, se necessario. Pertanto, l’utilità e la necessità di questo strumento contabile non va mai sottovalutata.

Come si calcola il conto profitti e perdite? Introduzione allo schema generale

Sommando (algebricamente) i componenti positivi e negativi delle quattro macroclassi, si avrà il cosiddetto “risultato ante imposte”, precedente al calcolo del carico fiscale che permette di giungere ai risultati sull’utile o sulla perdita dell’esercizio.

Di seguito ti presentiamo un elenco delle voci per darti un’idea dello schema da utilizzare per il conto profitti e perdite:

A. VALORE DELLA PRODUZIONE:

  1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni
  2. Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti
  3. Variazioni dei lavori in corso su ordinazione
  4. Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
  5. Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio

Totale B. COSTI DELLA PRODUZIONE:

  1. Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci
  2. Per servizi
  3. Per godimento di beni di terzi
  4. Per il personale:

a. Salari e stipendi b. Oneri sociali c. Trattamento di fine rapporto d. Trattamento di quiescenza e simili e. Altri costi

  1. Ammortamenti e svalutazioni:

a. Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b. Ammortamento delle immobilizzazioni materiali c. Altre svalutazioni delle immobilizzazioni d. Svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide

  1. Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
  2. Accantonamenti per rischi
  3. Altri accantonamenti
  4. Oneri diversi di gestione

Totale

DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA RPODUZIONE (A – B)

C. PROVENTI E ONERI FINANZIARI

  1. Proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e collegate
  2. Altri proventi finanziari

a. Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti b. Da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni c. Da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni d. Proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti

  1. Interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti

17 bis. Utili e perdite su cambi

Totale = (15 + 16 - 17 +/- 17 bis)

D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE

  1. Rivalutazioni:

a. Di partecipazioni b. Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni c. Di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni

  1. Svalutazioni: a. Di partecipazioni b. Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni c. Di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni d. Di strumenti finanziari derivati

Totale delle rettifiche = (18 – 19)

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE = (A – B + C +/- D +/- E)

  1. Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate
  2. Utile (perdite) dell’esercizio

Ti preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

Hai trovato questo articolo utile?
Vai al menu principale